Memorie-2018

 

 

Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: carta TERZA ROMA 

DA ROMA ALLA TERZA ROMA

XXXVII SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI

Campidoglio, 21-22 aprile 2016

 

 

Маslova-SvetlanaSvetlana Maslova

Accademia delle Scienze di Russia

Mosca

 

LE TRADIZIONI NOMADI DELLE TRIBÙ MONGOLE E L’INSTAURARSI DEL POTERE DELL’IMPERO MONGOLO NELL’EUROPA ORIENTALE

 

[Riassunto della comunicazione]

 

 

Sulla base del poema La storia segreta dei Mongoli, delle informazioni tramandateci dai missionari medievali – prima Giovanni da Pian del Carpine e poi Guglielmo di Rubruck – e di altre fonti e ricerche portate avanti da studiosi russi, è possibile formulare delle ipotesi su quella che doveva essere l’organizzazione del potere nell’Impero Mongolo in Europa Orientale.

La struttura dell’Orda Bianca (Ak orda) – lo Stato cui tradizionalmente ci si riferisce col nome di “Orda d’Oro” – nella prima metà del secolo XIII era completamente conforme alle tradizioni nomadi delle tribù mongole. Il territorio dello Stato fu suddiviso in “ali”, ognuna delle quali era capeggiata da un rappresentante della dinastia di Gengis Khan. Una simile organizzazione esisteva già molto tempo prima dell’espansione dello Stato mongolo e della sua trasformazione in una grande potenza. Gengis Khan aveva impiegato efficacemente il sistema di divisione in “ali” come principio fondamentale della struttura amministrativo-militare delle proprie terre. Con il processo di espansione oltre i confini delle steppe mongole, l’antico principio dei legami di sangue dell’organizzazione nomade fu superato. Nelle condizioni imposte da un’aggressiva politica di conquista si veniva affermando un principio di organizzazione di tipo “decimale”: l’unità amministrativo-militare più piccola era il decimo e la più grande era l’ala. Resta irrisolto invece il problema di quale delle ali fosse la più antica, poiché le informazioni fornite dalle fonti sono incoerenti: per alcune era più antica l’ala sinistra, ma altre testimoniano il contrario.

I territori di Batu Khan costituivano il centro dell’Orda d’Oro. Poco lontano erano migrati suo figlio maggiore, Sartak, e suo fratello, Berke. L’ala sinistra era capeggiata dal fratello minore di Batu, Shibani. Chi fosse il capo dell’ala destra non può essere determinato con altrettanta chiarezza: tuttavia le fonti lasciano concludere che fosse Mochi, il figlio maggiore dello zio di Batu, Djagatai.

Il khanato dell’Orda d’Oro non corrisponde al concetto di “Ulus di Djuci”. L’Ulus di Djuci – il primogenito di Gengis Khan – era una formazione territoriale di ordine superiore, di cui il khanato dell’Orda d’Oro era una parte integrante. Un’altra parte era costituita dall’Orda Blu (Kok orda). Queste due formazioni rimasero effettivamente indipendenti fino ai tempi di Toktamish, che negli anni ‘70 del secolo XIV, sottomise prima l’Orda Blu e successivamente anche l’Orda d’Oro, unendole, di fatto, in un unico Stato.

 

[Traduzione dal russo di SARA MAZZONI]

 

[Un evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione “Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dal Comitato promotore del XXXVI Seminario internazionale di studi storici “Da Roma alla Terza Roma” (organizzato dall’Unità di ricerca ‘Giorgio La Pira’ del CNR e dall’Istituto di Storia Russa dell’Accademia delle Scienze di Russia, con la collaborazione della ‘Sapienza’ Università di Roma, sul tema: MIGRAZIONI, IMPERO E CITTÀ DA ROMA A COSTANTINOPOLI A MOSCA) e dalla direzione di Diritto @ Storia]